È questo il quadro che emerge sul commercio modenese grazie ad un sondaggio dell’ufficio studi di Confcommercio. Lo studio si concentra su un campione di quasi 300 imprese associate, rappresentativo di tutti i settori del terziario. Sono quindi compresi commercio, turismo, ristorazione, intermediazione immobiliare, servizi alle imprese, oltre che del mondo delle botteghe artigiane. Si tratta di imprese che occupano un addetto nel 29,1% dei casi, da due a cinque addetti nel 42,7%, da sei a 10 addetti nel 12,7%, da 11 a 15 addetti nell’8,6%, oltre 16 nel 6,9%.
Per chi ha per ora fatto ricorso alla moratoria su mutui e prestiti, nel 48,7% dei casi la banca ha applicato la sospensione, nel 25,6% “ha preso tempo senza dare spiegazione” e nel 15,7% ha espresso “dubbi sul possibile uso della misura”. Un 10% degli intervistati non ha dato risposta.
Un quadro che preoccupa.
“L’indagine ci consegna un quadro preoccupante.” Afferma Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio. “La fotografia indica in modo chiaro a quali conseguenze potremmo andare incontro non solo se l’emergenza perdurasse, ma anche qualora non dovessero essere adottate misure straordinarie, a livello nazionale, di ristoro parziale dei fatturati persi, ma anche a livello locale, con l’azzeramento o un forte taglio della tari su tutti”. L’auspicio a questo punto, aggiunge Leone “è che si mettano in campo strumenti seri e concreti che possano garantire la tenuta economica del paese, perché lo spostamento della fiscalità di qualche mese o l’indebitamento a vita non possono essere questi strumenti. È evidente che la cancellazione di tasse e contributi per questo periodo significherebbe azzerare, o quasi, le entrate dello stato e degli enti, ma almeno, in questo modo, lo stato potrebbe rendersi conto di cosa stanno passando i nostri imprenditori”.
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