235mila occupati e 33.7 miliardi di fatturato per le società cooperative della “Coop Valley”!
L’Emilia-Romagna è la prima regione d’Italia per occupazione in ambito della cooperazione. Come riporta il rapporto biennale sulla cooperazione 2020-2021, quasi 1 occupato su 7 è assunto da una società cooperativa. La cooperazione è una colonna portante dell’economia Emiliano-Romagnola, le 4.548 imprese del territorio generano 33.7 miliardi di euro di fatturato. Il fatturato della regione rappresenta il 30% del fatturato nazionale del settore cooperativo (116.9 miliardi), generato dal lavoro di circa 235mila addetti, il 13% dell’occupazione regionale.
Il rapporto è stato presentato in occasione della Giornata Internazionale della Cooperazione, dedicata al contributo che il sistema cooperativo può dare al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile posti dall’Onu. In questa occasione Francesco Milza, presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane dell’Emilia-Romagna, ha sottolineato che “C’è il modello cooperativo e mutualistico dietro la resilienza di questo territorio e alla sua capacità di resistere e innovare anche nelle situazioni più complesse e difficili, con una visione di lungo periodo che sostiene assieme crescita economica, sviluppo sociale e responsabilità ambientale” .
Nella “Coop Valley”, così definita dagli esperti del settore, la percentuale di posti di lavoro creati dalle società cooperative (13%) è nettamente superiore al dato nazionale (8%), stessa valutazione per il Pil generato dal settore 13% del Pil regionale, mentre a livello nazionale rimane al 4,4%.
Questi risultati sono portati da un’azione strategica che ha attuato un’importante quantità di azioni volte a sostenere e supportare le attività cooperative tra il 2018 e il 2022. In Emilia-Romagna oltre il 70% degli occupati del settore sociale fa parte di cooperative, mentre risulta il 40% nel settore dei servizi alle imprese, il 30% nella logistica, il 20% nell’alimentare, il 17% nell’agricoltura, il 13% nell’accoglienza e ristorazione. Il 40% del fatturato del settore cooperativo viene però da due delle più importanti cooperative a livello regionale e nazionale del settore alimentare, ovvero Coop e Conad. Anche il presidente della regione Stefano Bonacini vede come chiave strategica la forma aziendale cooperativa, soprattutto riguardo ai temi di obiettivi green, energie rinnovabili e autoconsumo, “I principi mutualistici ed etici della cooperazione sono asset condivisi sul territorio, fatti propri dal Patto per il lavoro ed il clima, indispensabili per rilanciare l’economia e raggiungere l’obiettivo comune di costruire prospettive durevoli per le generazioni future”.
La mutualità viene anche posto come pilastro strategico per lo sviluppo economico e sociale, sottolinea Vincenza Colla, assessore allo Sviluppo economico e lavoro dell’Emilia-Romagna, “La cooperazione rappresenta una componente strategica, storica e identitaria della nostra Regione, e oggi è la linfa che alimenta settori fondamentali come i servizi sociali e alla persona. Una realtà che ha contribuito anche alla tutela e al rafforzamento dei diritti dei lavoratori, che in grande maggioranza, all’interno del mondo cooperativo della Regione, sono a tempo indeterminato, con una percentuale di stabilizzazione più alta che in altri settori”.
La cooperazione non ha solo aspetti positivi da considerare, spesso non si guarda il lato negativo di questo settore. Infatti si tende a tralasciare il fatto che l’utilizzo della forma cooperativa sociale mascheri l’intento di sfruttare la possibilità di abbattimento salariale per i lavoratori, che si ritroverebbero a ricevere paghe orarie inferiori rispetto agli altri settori produttivi.