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Biomedicale, Medtronic investe 18 milioni in ricerca e sviluppo

Medtronic rilancia su ricerca e sviluppo investendo 18 milioni di euro nei due stabilimenti della pianura modenese.

18 milioni di euro destinati a ricerca e sviluppo nei due stabilimenti del distretto biomedicale modenese. Ad annunciarlo è la multinazionale americana Medtronic, leader mondiale dell’healthcare, pronta a investire su Mallinckrodt Dar e Bellco, realtà che contano oggi un migliaio di dipendenti dei 2500 dipendenti distribuiti nelle otto sedi del territorio italiano.

 L’assessore regionale allo Sviluppo Economico e Lavoro, Vincenzo Colla, parla di “Una ottima notizia sia per il distretto biomedicale modenese sia per l’intero sistema produttivo e della ricerca dell’Emilia Romagna”.

È la conferma che gli investimenti in innovazione non sono solo auspicabili per il rilancio economico, ma sono possibili e in alcuni casi già una realtà. È un ottimo segnale – continua l’assessore Colla - per la ripartenza post Covid-19 dell’economia emiliano-romagnola che avvalla ulteriormente l’indirizzo che questa Regione si è data: puntare in modo deciso sui saperi e sulla conoscenza, favorendo l’attrattività attraverso una rete virtuosa di relazioni fra università, centri di ricerca, start up, imprese e territorio. Questa è la strada che vogliamo continuare a seguire e che indicheremo anche nel prossimo patto per il lavoro e per il clima”.

Leggi l'articolo completo sul sito della Regione Emilia-Romagna.

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Occupabilità, Unimore ai primi posti

Unimore prima per occupabilità nella classifica Censis/Repubblica sugli Atenei italiani.

L’Occupabilità e la didattica si confermano – secondo l’annuale indagine stilata da CENSIS per conto del quotidiano Repubblica - come punti di forza dell’Università di Modena e Reggio Emilia. L’istituto nazionale di ricerca ha assegnato anche quest’anno all’Ateneo emiliano il primo posto tra i grandi atenei con riferimento alle opportunità di lavoro riservate ai laureati Unimore. Sulla base dei parziali assegnati, Unimore risulta brillare nell’indicatore “occupazione” (107,0 punti su 110) dove è al primo posto tra i grandi Atenei e al terzo assoluto nel confronto tra tutti gli Atenei, di poco dietro i due Politecnici di Milano e di Torino, ed è inoltre ben posizionata per quanto riguarda i servizi, la comunicazione e i servizi digitali. Il quotidiano e l’istituto di statistica, poi, hanno stilato anche classifiche distinte per raggruppamenti disciplinari sulla qualità didattica, per la quale si sono considerati gli abbandoni tra il primo ed il secondo anno di corso di laurea, l’acquisizione dei crediti da parte degli iscritti nell’anno accademico, il tasso di iscritti regolari, la regolarità negli studi, la mobilità degli studenti in uscita, la numerosità di università estere ospitanti studenti dell’ateneo ed il numero di iscritti stranieri. Decisamente lusinghiera la valutazione che emerge per Unimore dai parametri che concorrono a definire il giudizio sulla sua didattica, dove nel confronto tra tutti gli Atenei pubblici risulta sempre tra i primi posti per tutte le discipline insegnate: “I dati dell’indagine Censis 2020 - commenta il Rettore Carlo Adolfo Porro - confermano i consolidati punti di forza di Unimore, in primo luogo l’alta percentuale di occupati per i nostri laureati/e. Questo aspetto è ovviamente cruciale per studenti e studentesse che in questa fase stanno scegliendo il loro percorso formativo. Il forte legame con territori particolarmente dinamici e l’attenzione alle richieste di figure professionali sono infatti alla base dei buoni risultati del nostro Ateneo, unitamente alla qualità della didattica distribuita su un ampio spettro di aree disciplinari e professionali, che permette alle future matricole un ventaglio di possibilità tra cui scegliere sulla base delle proprie preferenze individuali”.
Articolo pubblicato da: Ufficio Stampa Unimore.
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Progetto "Bike to work", un bonus in busta paga per andare al lavoro in bicicletta

Le aziende di Maranello e Formigine potranno richiedere il bonus "Bike to Work". Fino ad un massimo di 50 euro mensili per i dipendenti che lasceranno a casa l'auto per recarsi al lavoro con mezzi più sostenibili.

Un bonus in busta paga per andare al lavoro pedalando. È la possibilità offerta dal progetto ‘Bike to Work’ nel capitolo rivolto alle aziende pubbliche e private, che a partire dal 20 luglio potranno sottoscrivere accordi con i Comuni di Formigine e Maranello per incentivare tra i loro dipendenti l’uso della bicicletta lungo il tragitto casa-lavoro. Nelle aziende che aderiranno all’iniziativa, ad ogni lavoratore interessato verranno dunque erogati 20 centesimi a chilometro, fino a un massimo di 50 euro al mese. Al dipendente basterà ‘scaricare’ sul proprio smartphone una app gratuita, che calcolerà le distanze percorse in bici tra l’indirizzo di casa e l’impresa. E dal Comune arriverà poi il relativo contributo, messo a disposizione dalla Regione. Le aziende avranno tempo fino al 30 settembre per valutare e aderire volontariamente al progetto, attraverso la compilazione di un modulo disponibile da oggi sui siti istituzionali dei due Comuni. Oltre al contributo regionale, ogni ditta potrà anche scegliere liberamente di sostenere ulteriormente l’iniziativa con una propria sponsorizzazione economica, a vantaggio della mobilità sostenibile e del proprio welfare aziendale, che ha tra i suoi obiettivi anche la salute e la sensibilizzazione del personale verso le tematiche ambientali. “Questo progetto rientra nel percorso di cambiamento da noi intrapreso nell'ambito della mobilità - affermano Giulia Bosi e Chiara Ferrari, assessori alla Mobilità dei due Comuni coinvolti - Una mobilità sempre più improntata su mezzi sostenibili, che permettono una maggiore fruibilità del territorio. Auspichiamo che le aziende aderiscano in maniera propositiva, certi che i grandi obiettivi si raggiungono mettendo insieme pubblico e privato”. Le amministrazioni comunali  di Formigine e Maranello valuteranno inoltre la possibilità di riaprire i termini nel caso il progetto si presentasse la possibilità di rifinanziarlo con risorse proprie o altri fondi regionali.
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Ferrari ottiene la certificazione Equal Salary: parità di stipendio tra uomini e donne

Ferrari è la prima società italiana ad aver ottenuto la certificazione Equal Salary, che attesta la parità di retribuzione tra donne e uomini con le stesse qualifiche e mansioni.

Un passo avanti per la parità di retribuzione tra donne e uomini con le stesse qualifiche e mansioni è stato svolta dalla Ferrari S.p.A. che ha ottenuto la certificazione Equal Salary. Il riconoscimento testimonia l’impegno della Casa di Maranello per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze, che sostenga allo stesso tempo lo sviluppo professionale di ciascuno. La certificazione è stata conferita dalla fondazione svizzera Equal Salary al termine di uno studio durato otto mesi da parte della società di revisione PwC, secondo una metodologia riconosciuta dalla Commissione Europea. Ferrari è la prima società italiana ad aver ottenuto questa specifica certificazione. Il processo di certificazione ha previsto una dettagliata analisi statistica dei livelli retributivi, che ha rivelato come il Cavallino Rampante si posizioni fra le aziende europee che hanno eliminato con successo il divario retributivo di genere. Inoltre, è stato effettuato uno studio delle politiche di gestione e sviluppo delle risorse umane. Ai dipendenti è stato chiesto di completare in forma anonima dei sondaggi e di partecipare a interviste individuali e a dei focus group sulla loro percezione della cultura e dell’impegno aziendale in tema di inclusione e diversità. “Siamo fieri di ricevere questa certificazione, che rappresenta una pietra miliare importante nel percorso verso il miglioramento continuo del nostro posizionamento e delle nostre azioni per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze." ha dichiarato Louis Camilleri, Amministratore Delegato di Ferrari S.p.A. "La parità retributiva e di opportunità non riguarda solo un principio di equità. È un pilastro fondamentale per attrarre, trattenere e sviluppare i migliori talenti e stimolare così l’innovazione e la nostra crescita nel lungo periodo”. La certificazione Equal Salary è un’ulteriore tappa di una crescita del contributo femminile all’interno della Società. Dal 2016 al 2019, in particolare, le dipendenti sono aumentate dall’11,5% a oltre il 14% dei 4.285 lavoratori complessivi (dati al 31 dicembre 2019) e hanno assunto progressivamente maggiori responsabilità e ruoli crescenti.
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Cooperativa Bilanciai chiude il 2019 in crescita e guarda con ottimismo al post-covid

Cooperativa Bilanciai, leader internazionale nel settore della pesatura, ha presentato il bilancio d’esercizio confermando il trend di crescita.

"Una realtà produttiva e commerciale in espansione, attenta all’innovazione strategica e tecnologica, con un forte legame con il territorio e una spiccata attenzione alla valorizzazione delle risorse umane, alla responsabilità sociale d’impresa e alla solidarietà”. Il presidente della Società Cooperativa Bilanciai Enrico Messori ha sintetizzato così i risultati del bilancio 2019 dell’azienda di Campogalliano (MO) e il consolidato di Bilanciai Group illustrati in occasione dell’Assemblea dei soci di martedì 30 Giugno. In crescita sia il fatturato del gruppo internazionale, presente in altri sette Paesi europei e negli Usa, che passa dai 69 milioni di euro del 2018 a 70 milioni e 845 mila euro, sia l’utile netto (da 4 milioni e 371 mila a 5 milioni e 575 mila euro). L’utile riferito alla sola Coop Bilanciai è stato di 3 milioni e 180 mila euro (nel 2018 aveva raggiunto i 2 milioni e 997 mila euro). “L’ottima performance operativa del 2019 – aggiunge Messori – si evidenzia anche con un significativo incremento del patrimonio sociale grazie alla fusione per incorporazione di CB Seat Care e al trasferimento del centro LAT, Centro di taratura Accredia, presso la sede sociale. In una situazione economica di perdurante sofferenza nel nostro Paese, la strategia aziendale continua a sostenere l’innovazione e lo sviluppo dei prodotti, ponendo comunque attenzione alla difesa dei volumi e dei margini, senza ignorare lo scenario futuro che si rivela incerto per un possibile ritorno dell’emergenza Covid 19. Proprio alla luce di queste incertezze, la Cooperativa ha scelto di non procedere alla distribuzione di dividendi”. Nel corso del 2019 l’organico aziendale è passato da 222 a 224 dipendenti nello stabilimento di Campogalliano, mentre il gruppo nel suo complesso raggiunge i 439 dipendenti. “Buona occupazione e valorizzazione delle risorse umane – spiega il presidente – per noi sono fattori chiave e, insieme al senso di appartenenza che caratterizza l’attività della cooperativa, ci hanno permesso di affrontare con consapevolezza e condivisione degli obiettivi anche la sfida dell’emergenza sanitaria. Abbiamo investito molto in questi anni nella formazione sulla prevenzione dei rischi e nelle iniziative di conciliazione vita – lavoro, favorendo l’integrazione dell’impresa nel territorio di riferimento, contribuendo così a far crescere una cultura e una sensibilità diffusa su questi temi”.

Il legame con il territorio.

Il legame con il territorio si è ulteriormente consolidato con il sostegno alle diverse iniziative a carattere culturale, sportivo e sociale che da anni caratterizza l’impegno di Coop Bilanciai, a partire dal ruolo che svolge nell’attività del Museo della Bilancia, passando per la partecipazione a Modena Smart Life, alle borse di studio per i figli dei dipendenti laureati e diplomati, ai contributi per il Viaggio della Memoria dei ragazzi di Campogalliano, a società sportive e associazioni, fino alla fornitura e alla manutenzione degli strumenti di pesatura e prezzatura per l’associazione Il Tortellante, il laboratorio terapeutico – abilitativo, promosso tra gli altri anche dallo chef Massimo Bottura, dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre e a vendere tortellini freschi fatti a mano.

I numeri di Bilanciai Group.

Complessivamente si conferma il dinamismo competitivo delle consociate estere e il rafforzamento del gruppo sia dal punto di vista economico che patrimoniale. Fatturato, ricavi di vendita e da prestazioni di servizi consolidati: 70 milioni 845 mila euro; Utile operativo EBITDA (prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti): 8 milioni e 810 mila euro (12,2% sul valore della produzione); Utile operativo EBIT (prima degli oneri finanziari e delle imposte: 6 milioni 214 mila euro (8,60% sul valore della produzione) dai 5 milioni e 716 mila euro del 2018 (7,97% sul valore della produzione); Utile netto consolidato: 5 milioni e 575 mila euro (7,7% sul valore della produzione); Patrimonio netto consolidato: 35 milioni e 53 mila euro (era 29 milioni e 321 mila euro nel 2018). Si è continuato ad investire in attività di sviluppo per l’evoluzione dei prodotti aziendali al fine di confermare la leadership tecnologica e continuare a competere sui mercati nazionali e mondiali.
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Cersaie, cancellata l'edizione 2020, appuntamento fra un anno

Confindustria Ceramica ha deciso di rinviare il Cersaie al 2021. A rischio la partecipazione internazionale, fattore vitale per una filiera che esporta l’85% della produzione.

Il Cersaie, fiera dedicata al mondo della ceramica e al design, rinuncia all'edizione 2020. Il prossimo appuntamento si terrà dunque a BolognaFiere dal 27 settembre all'1 ottobre del 2021. Si legge in una degli organizzatori (Confindustria Ceramica): "Cersaie ha verificato, con il massimo impegno, le possibilità di realizzare una manifestazione fieristica di livello internazionale, ma ha dovuto riconoscere che le condizioni generali, legate all'emergenza Covid 19, non permettono di attuare una edizione adeguata agli standard qualitativi raggiunti". Se al termine della fase più dura dell'emergenza sanitaria sembrava fosse possibile mantenere comunque la manifestazione quest'anno, negli ultimi tempi qualcosa è cambiato e, alla fine, si preferisce seguire la linea della prudenza. Il problema sarebbe stato soprattutto sul fronte internazionale, con il rischio di troppe defezioni dall'estero. Del resto, un terzo degli espositori di Cersaie (provenienti da 40 paesi) sono esteri e oltre il 47% delle presenze nel 2019, pari a 50.000 visite, sono state internazionali. Inoltre, l'Industria Ceramica realizza all'estero l'85% del fatturato e proprio per questo il Cersaie ha nella proiezione internazionale uno dei suoi punti di forza. "Nonostante in questi ultimi due mesi, trascorsi dalla scadenza originaria definita dal programma per il 2020, si stia assistendo ad una progressiva riapertura delle attività in molti paesi, da parte di tanti espositori e visitatori professionali - spiegano gli organizzatori- si sono ricevute indicazioni che la situazione mondiale non consente ancora i livelli di investimento e programmazione richiesti. L'attenzione e il rispetto per la clientela mondiale, vero patrimonio della fiera, ha portato quindi alla decisione di saltare l'edizione 2020".

Un ricco calendario di eventi in attesa dell'edizione 2021.

Così, dopo aver rinnovato a suo tempo l'accordo per tenere la manifestazione a BolognaFiere fino al 2025, si punta tutto sul 2021. I 15 mesi che separano dall'apertura prevedono un ricco programma di eventi, virtuali e fisici. Tra le diverse iniziative anche in presenza, lunedì 28 settembre si terrà, a Sassuolo, la presentazione dei 'Cafè della Stampa', mentre a Bologna il 9 novembre il palazzo dei congressi ospiterà un convegno dedicato alla salubrità della ceramica nella progettazione degli spazi residenziali ed architettonici. A questi si affiancheranno iniziative online su tematiche di attualità per il mondo della ceramica e dell'arredobagno.
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ARES Design, dopo il lockdown previsti investimenti e assunzioni

Dopo undici settimane di chiusura, ARES Design conferma il suo percorso di crescita aumentando spazi e personale e puntando su nuovi mercati.

ARES Design, azienda situata nel cuore della Motor Valley emiliana e specializzata nella personalizzazione di auto di lusso in base alle richieste dei clienti, ha riaperto le porte dopo undici settimane di fermo aziendale. Per il ritorno a livello operativo è stata messa in atto un’ampia gamma di misure per garantire la salute dei dipendenti. Il co-fondatore Dany Bahar ha commentato: “Attualmente abbiamo il 70% della forza lavoro in loco, mentre altri lavorano ancora da remoto. Speriamo tuttavia di tornare a un organico completo già nelle prossime settimane. Il nostro primo obiettivo è quello di consolidare e recuperare la produzione persa. Abbiamo avuto un calo di circa il 30% rispetto alla nostra normale produttività annuale, ma colmeremo il gap entro la fine di agosto”. L’azienda ha inoltre accolto con piacere la notizia riguardo l’arrivo dell’ultima serie di finanziamenti, portando il carrozziere di lusso a un investimento complessivo di 60 milioni di euro dalla sua nascita, avvenuta cinque anni fa. ARES Design prevede ora di investire ulteriormente nelle sue infrastrutture e nelle assunzioni nei prossimi mesi. Il co-fondatore Waleed Al Ghafari spiega: “In termini di ciò che ARES Design fa, creando e gestendo 4-5 progetti in parallelo, deve avere strutture su misura, con i migliori e più talentuosi dipendenti. Investire in entrambi questi campi è la chiave del nostro successo e riflette il nostro impegno in questo business. Continueremo a investire nella struttura di Modena, facendola crescere dagli attuali 23.000 mq a 30.000 mq nel corso del prossimo anno. Stiamo anche intraprendendo un’intensa politica di assunzioni in tutte le aree dell’azienda e cercheremo di aumentare il numero dei nostri dipendenti dagli attuali 150 a 250 nei prossimi 12 mesi”. Il prossimo anno sarà entusiasmante anche in termini di nuovi prodotti, e Bahar promette più di un annuncio nei prossimi mesi, quando ARES Design vedrà l’ampliamento della propria gamma di veicoli personalizzati ed in edizione limitata. Bahar ha anche spiegato come l’azienda si concentrerà sui mercati in espansione e sulla crescente domanda di unicità e individualità. “Non siamo più un’azienda giovane, quest’anno saremo anche più visibili - i nostri nuovi prodotti ci permetteranno di farlo - ma guarderemo anche a nuovi mercati. L’America e la Cina sono per noi i più grandi mercati ancora inesplorati, e abbiamo molti progetti per entrarvi e portare con noi il nostro stile unico, l’italianità e la maestria nell’arte della carrozzeria. Tutto sommato, ci aspettano 12 mesi di intenso lavoro”. Leggi l'articolo completo sul sito Aziendale.
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Magni Telescopic Handlers, finanziamento da 12 milioni di euro

Magni Telescopic Handlers ha ottenuto da Unicredit i fondi per sostenere la crescita dell'azienda.

Magni Telescopic Handlers, azienda del settore metalmeccanico specializzata in telescopici rotativi e fissi, ha definito con UniCredit un'operazione di finanziamento da 12 milioni di euro, assistita dalle garanzie rilasciate velocemente da Sace nell'ambito del programma Garanzia Italia a supporto delle imprese dall'emergenza Covid-1. L'operazione è stata completata digitalmente. Le risorse finanziarie provenienti dal finanziamento, della durata di 60 mesi, saranno utilizzate per assistere e sostenere la crescita dell'azienda. Più nel dettaglio, per Magni Telescopic Handlers il finanziamento si colloca all'interno di un percorso di crescita virtuoso, declinato anche nella costruzione di un nuovo ed ambizioso Quartier Generale in località Cavazzona di Castelfranco Emilia (Modena) che, già coperto totalmente da un Leasing Unicredit, non solo triplicherà la capacità produttiva complessiva del Gruppo modenese ma segnerà anche una svolta positiva in termini occupazionali e di indotto regionale. Un progetto dalle dimensioni grandiose voluto da Riccardo Magni, Presidente in carica del Gruppo, il cui sogno è sempre stato quello di valorizzare le sue origini natali e dare al mercato del sollevamento un contributo creativo e produttivo di spessore: "Una crescita organica - spiega Magni - che nella situazione contingente ha incontrato il supporto finanziario del Gruppo Unicredit per agevolare la liquidità e consentire una più rapida espansione commerciale del Gruppo a livello mondiale. Magni Telescopic Handlers è la prima azienda che accede ad un finanziamento simile, potendo contare su garanzie solide ma soprattutto sulla credibilità indiscussa del suo Leader. Un altro successo tutto modenese che vede l'imprenditoria protagonista di un rilancio economico importante, in una situazione delicata ed incerta come quella in cui siamo costretti ad operare". Leggi l'articolo completo su Il Sole 24 Ore.
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I dirigenti del Gruppo Rekeep donano parte del loro stipendio ai colleghi impegnati in prima linea

I dirigenti del Gruppo Rekeep hanno scelto di donare il 20% del loro stipendio a quei dipendenti che nei mesi passati hanno operato negli ospedali garantendo materiali e locali igienizzati e sanificati.

Il Gruppo Rekeep, principale player italiano attivo nell’integrated facility management, dona 255 euro (pro capite) in buoni spesa ai dipendenti impegnati in ambito sanitario.

Un gesto di solidarietà e vicinanza nato dal contributo dei Dirigenti del Gruppo che hanno scelto di destinare il 20% dei propri stipendi dei mesi di marzo e aprile ad un fondo, successivamente integrato dalla Società. L'obiettivo è quello di premiare i circa 5.200 lavoratori Rekeep concretamente impegnati in oltre 350 strutture sanitarie in tutta Italia. A Modena il fondo verrà distribuito a ben 285 persone.

Un’iniziativa quindi pensata per ringraziare i dipendenti del Gruppo che nei mesi di marzo ed aprile hanno operato negli ospedali di tutta Italia, assicurando sanificazioni e manutenzioni durante la fase più acuta della pandemia da COVID-19. Un impegno che nelle fasi più difficili dell’emergenza è andato anche oltre il dovere professionale quotidiano e che ha visto tutto il personale dare prova di grande responsabilità, abnegazione e coinvolgimento.

A Modena, dove il Gruppo è presente da decenni, Rekeep può contare su oltre 717 dipendenti al lavoro, oltre che negli ospedali, in uffici, imprese e scuole. In ambito sanitario il Gruppo opera presso il Policlinico, l’Ospedale Civile di Baggiovara, l’ospedale privato Villa Igea e diverse RSA e Case protette della provincia, assicurando ogni giorno igiene e disinfezione degli ambienti, trasporto degenti, oltre al presidio di tutti gli impianti, anche nelle aree più a rischio della terapia intensiva.

Le altre iniziative di Rekeep a tutela della proprie risorse.

Le iniziative di Rekeep in risposta all’emergenza sanitaria ed economica e a tutela delle proprie risorse sono numerose.

Tra queste vi è l’attivazione di una polizza assicurativa integrativa, tramite il fondo Asim o direttamente, per i lavoratori positivi al COVID-19.

L’avvio del remote working, garantendo in pochi giorni dispositivi e tecnologie per consentire a circa 1.000 dipendenti il lavoro da casa.

E ancora la distribuzione puntuale di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) al personale impegnato in ambito sanitario, in linea con le indicazioni delle singole Aziende Sanitarie e con le disposizioni governative, anche nei momenti di minore disponibilità. L’investimento del Gruppo in DPI è stato sinora pari a circa 6 milioni di euro.

Altra iniziativa del gruppo è stata l’anticipo su base mensile della cassa integrazione Covid per gli oltre 2.300 dipendenti che non hanno potuto prestare attività lavorativa a seguito del lockdown, tra cui addetti alle pulizie o manutenzione di uffici, scuole o treni, ma anche degli staff centrali.

E infine anche l’adeguamento degli spazi della sede direzionale di Zola Predosa (Bologna) e di tutte le sedi distribuite sul territorio, con controllo della temperatura del personale in entrata, messa a disposizione di mascherine e gel disinfettante e attuazione di tutte le misure per garantire il distanziamento in tutti gli spazi.

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