Inclusione sociale: L’Ovile risponde ai nuovi bisogni della fragilità

REGGIO EMILIA – In un contesto sociale in continua evoluzione, dove le fragilità assumono forme sempre più complesse, la cooperativa sociale L’Ovile si conferma un punto di riferimento per l’inclusione lavorativa delle persone svantaggiate. Nel suo ultimo bilancio sociale, l’organizzazione – tra le realtà più significative di Confcooperative Terre d’Emilia – fotografa un cambiamento importante: aumentano le assunzioni di persone con disabilità psichica e sensoriale, mentre calano leggermente quelle con disabilità fisica.

Nel dettaglio, la quota di inserimenti di persone con disabilità fisica è scesa dal 29,8% al 27,9%, mentre quella riferita a disabilità psichiche e sensoriali è salita dal 32,3% al 38,8%, con un incremento di oltre sei punti percentuali. Inoltre, è aumentata anche la presenza di lavoratori con patologie psichiatriche, passata dal 3% al 4,5%.


Un impegno che cresce con i bisogni

“Il numero complessivo dei dipendenti è salito a 415, con un aumento del 3,5%, ma è nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate che si misura il vero valore del nostro operato”, ha dichiarato Valerio Maramotti, presidente della cooperativa. “Sempre più spesso ci troviamo di fronte a fragilità legate alla salute mentale, che rendono ancora più difficile l’inclusione professionale. È una sfida che abbiamo scelto di affrontare con determinazione.”

In risposta a questa crescente domanda, nel 2024 L’Ovile ha aperto due nuove strutture dedicate alla salute mentale a Novellara e Correggio, rafforzando così l’offerta di servizi socio-assistenziali a media e alta protezione.


Settori trainanti: ambiente, pulizie e lavorazioni industriali

L’inclusione non si limita all’intenzione, ma si concretizza nei numeri. Attualmente, sono 201 i lavoratori fragili inseriti nella cooperativa, di cui 162 con certificazione di svantaggio e 21 nuove assunzioni solo nel 2024. I servizi ambientali si confermano il settore con il maggior impatto inclusivo: 119 lavoratori svantaggiati su un totale di 208, pari al 57% del comparto e al 29,2% dell’organico totale. Questi servizi generano il 25,7% del fatturato complessivo, che si attesta stabile a 16,8 milioni di euro.

Seguono le pulizie industriali, con 82 occupati (19,8% del totale), di cui ben il 44% in condizioni di svantaggio. Chiude il podio il settore delle lavorazioni industriali, che pur rappresentando solo il 13,7% dell’organico con 57 lavoratori, raggiunge un’impressionante quota dell’82,5% di persone svantaggiate.


Un modello di economia sociale

I dati parlano chiaro: L’Ovile non solo crea lavoro, ma lo fa con un impatto sociale significativo, mettendo al centro chi, troppo spesso, rimane ai margini. In un’epoca in cui la fragilità psichica è in crescita, la capacità di adattare i modelli di inclusione e sviluppare risposte concrete diventa un fattore decisivo per costruire una società più equa e solidale.


Fonte: Reggionline