Modena 2025: cresce la popolazione, cala l’occupazione. La fotografia di una provincia che cambia
La fotografia socio-economica della provincia di Modena nel primo trimestre del 2025 racconta di un territorio in trasformazione. La popolazione aumenta, cresce il numero di residenti stranieri, ma cala l’occupazione. Un equilibrio delicato, in cui coesistono segnali positivi e fragilità strutturali.
Popolazione in crescita
I residenti in provincia sono oggi 709.874, in aumento di 3.095 unità rispetto all’anno precedente (+0,4%) e di 725 rispetto a gennaio 2025. È un dato che supera i livelli pre-pandemia: alla fine del 2019 gli abitanti erano 707.119.
Le aree in maggiore espansione sono Mirandola (86.199 abitanti, +0,9%), Carpi (107.824, +0,8%) e Vignola (92.675, +0,6%). Seguono Pavullo con 41.795 residenti (+0,5%), Castelfranco con 77.137 (+0,4%) e Sassuolo con 119.389 (+0,2%). Modena, il comune più popoloso con 184.855 abitanti, registra un incremento più contenuto (+0,1%).
La crescita demografica, tuttavia, non è legata a un aumento delle nascite, bensì ai flussi migratori.
Quasi 100 mila stranieri: il 13,8 per cento della popolazione
Gli stranieri residenti in provincia sono 98.103, pari al 13,8 per cento del totale. In un solo anno sono cresciuti di 1.531 unità. Secondo il presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia, questo dimostra quanto il territorio sia attrattivo e quanto la componente straniera sia oggi essenziale per bilanciare il calo demografico.
Anche Massimo Baldini, professore di Politica economica all’Università di Modena e Reggio Emilia, conferma l’importanza del fenomeno migratorio: “Modena cresce perché arrivano persone da fuori, sia dall’estero che da altre regioni. Le nascite sono in calo e continueranno a esserlo, ma finché i flussi migratori reggono, la popolazione salirà. Abbiamo bisogno di attrarre forze lavoro.”
Il sistema produttivo locale, in particolare nei settori dei servizi alla persona, della ristorazione e dell’assistenza agli anziani, dipende sempre più da personale straniero.
Calano però gli occupati: persi 4 mila posti
Il dato più preoccupante riguarda il mercato del lavoro. Nel 2024 gli occupati sono circa 4 mila in meno rispetto al 2023. Il tasso di occupazione scende al 69,3 per cento, con un calo di 1,1 punti percentuali. La flessione colpisce in particolare le donne.
Per Baldini si tratta di un segnale da non sottovalutare: “C’è un rallentamento evidente, che potrebbe peggiorare se la situazione globale si complica ulteriormente. Se i dazi commerciali annunciati negli Stati Uniti venissero confermati, anche solo al 10 per cento, l’export modenese rischierebbe di subire gravi contraccolpi.”
Giovani sempre più pochi, ma sempre più richiesti
L’invecchiamento della popolazione è un’altra tendenza chiara. Ma, secondo l’economista, non tutto è negativo: “Il paradosso è che i pochi giovani modenesi saranno molto richiesti. Questo li metterà in una posizione di vantaggio, anche salariale. A livello quantitativo, non avranno difficoltà a trovare lavoro.”
Tuttavia, avverte Baldini, l’invecchiamento generale può frenare l’innovazione: “Una società più anziana tende a essere più conservativa. Le persone meno giovani sono in media meno inclini al rischio, e innovare richiede capacità di rischio. Per questo è fondamentale investire nel capitale umano.”
Una provincia che non cresce, ma si trasforma
La fotografia di Modena nel 2025 mostra una provincia che attrae nuovi residenti, ma fatica a trattenere quelli più qualificati. Una provincia che invecchia, ma in cui i giovani potrebbero trovare più spazio. Un territorio che resiste alle crisi, ma non è immune ai cambiamenti globali.
Modena non sta solo crescendo. Sta cambiando. E il futuro dipenderà dalla capacità di governare questa trasformazione.
Fonte: Gazzetta di Modena