Il manager Gian Luca Sghedoni fa concorrenza all’azienda di famiglia: diventa azionista unico di Litokol e sfida Kerakoll
Il figlio di Romano Sghedoni, fondatore di Kerakoll, lasciò l’azienda di famiglia nel 2019 per dissidi interni e contrasti. Ora con la Litokol di Rubiera (Reggio Emilia) punta all’innovazione e alla creatività
Litokol contro Kerakoll, due aziende che da oggi non sono più solo concorrenti nel settore dei collanti per ceramiche, ma è anche una sfida in famiglia. Gian Luca Sghedoni, dopo una vita all’interno di Kerakoll, fondata nel 1968 dal padre Romano, è diventato infatti azionista unico di Litokol Spa, azienda di Rubiera che progetta e realizza prodotti per la posa di pavimenti e rivestimenti.
«L’acquisizione atto di fiducia verso il futuro del settore»
Sei mesi fa, a fare notizia, era stato l'incarico di amministratore delegato assunto da Sghedoni in Litokol, un ruolo che aveva ricoperto per quasi vent’anni anche in Kerakoll, la concorrente modenese. «In Litokol ho individuato una realtà imprenditoriale di eccellenza, focalizzata su ricerca tecnologica e forte di alti profili professionali. Il mio obiettivo è quello di sviluppare un ambizioso progetto di crescita - afferma ora Sghedoni - L’acquisizione di Litokol è un atto di fiducia verso il futuro del settore della posa di superfici che, per troppo tempo, è rimasto privo di innovazione. Il nostro obiettivo è creare un ambiente dove creatività scientifica e talento individuale possano prosperare, generando soluzioni che ridefiniscano gli standard». Fondata nel 1968 (lo stesso anno di Kerakoll) e guidata per oltre 40 anni da Luciano Cottafavi, Litokol conta circa 650 dipendenti, con un fatturato globale intorno ai 100 milioni di euro nel 2023. Il processo di internazionalizzazione ha permesso a Litokol di generare l'80% del suo fatturato sui mercati esteri, dove è presente in paesi come Cina, Ucraina, Grecia, Armenia e, più recentemente, India.
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L'IA sta progressivamente sostituendo compiti ripetitivi e monotoni in molte industrie. I robot e i software intelligenti possono assumere ruoli di routine, consentendo ai lavoratori di concentrarsi su compiti più creativi, strategici e di valore aggiunto. Questa automazione può portare a un aumento dell'efficienza e della produttività complessiva.
2. Nuove opportunità di lavoro
L'IA creerà nuove opportunità di lavoro, richiedendo competenze specializzate nell'implementazione, manutenzione e sviluppo delle tecnologie intelligenti. Le aziende avranno bisogno di esperti in IA, data scientist e ingegneri del machine learning.
3. Collaborazione uomo-macchina
L'IA non sostituirà completamente gli esseri umani, ma piuttosto collaborerà con loro. I lavoratori dovranno sviluppare competenze di collaborazione con l'IA, imparando a sfruttare i vantaggi delle macchine intelligenti per migliorare le proprie capacità e prendere decisioni informate. L'integrazione efficace tra intelligenza umana e artificiale diventerà cruciale.
4. Nuovi settori emergenti
Con l'IA, nuove professioni e settori si svilupperanno. Ad esempio, la robotica, l'intelligenza artificiale applicata alla medicina, la cybersecurity e la gestione dei dati saranno settori in crescita. Sarà fondamentale essere aperti al cambiamento e investire sulla formazione per rimanere competitivi nel mercato del lavoro in evoluzione.
5. Impatti sociali ed etici
L'IA solleva importanti questioni sociali ed etiche che dovranno essere affrontate. Dovremo considerare l'equità nell'accesso alle opportunità di lavoro, l'etica nell'utilizzo dei dati e l'impatto sulla privacy delle persone. Sarà necessario sviluppare regolamentazioni e norme adeguate per garantire una corretta gestione dell'IA e mitigare gli eventuali rischi.
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