Biomedicale modenese in crisi: 500 lavoratori Vantive in agitazione per il futuro dell’ex Baxter

I lavoratori dello stabilimento Vantive di Medolla, nel cuore del distretto biomedicale modenese, hanno proclamato lo stato di agitazione.

Una decisione maturata dopo mesi di attesa e silenzi da parte dell’azienda americana controllata dal fondo Carlyle, accusata dai sindacati di non aver ancora presentato un chiaro piano industriale per il futuro del sito produttivo.


“Basta incertezze e silenzi”

«Basta all’incertezza che logora – si legge nella nota sindacale – e ai silenzi su un piano industriale che da un anno e mezzo costringe all’uso del contratto di solidarietà, senza una prospettiva concreta di sviluppo e rilancio. Basta coi silenzi di Vantive, il colosso americano detenuto dal fondo Carlyle».

Con queste parole Filctem Cgil Modena, Femca Cisl Emilia Centrale, Uiltec e le Rsu aziendali hanno ufficializzato la mobilitazione.


Dalla “Dasco” a Vantive: un simbolo del biomedicale modenese

La storia dello stabilimento di Medolla è la storia stessa del miracolo biomedicale modenese.

Fondata nel 1962 come Dasco, divenne Gambro nel 1987, poi Baxter nel 2012.

Con l’arrivo del fondo Carlyle, annunciato nel 2024 e diventato effettivo nel febbraio 2025, è nata Vantive.

Oggi però, dietro un nome nuovo, riaffiorano vecchie paure: «Le vendite delle macchine per terapie renali croniche – la produzione principale del sito – sono in calo, e non sono state sostituite da nuovi prodotti», denunciano i sindacati.

A rischio c’è il futuro di oltre 500 lavoratori, per i quali non esiste ancora una prospettiva chiara di rilancio.


Serve un piano, non solo ammortizzatori

Il contratto di solidarietà, spiegano i rappresentanti dei lavoratori, «è stato ossigeno essenziale» per mantenere i livelli occupazionali. Ma non può essere l’unico strumento.

«Serve un progetto vero di rilancio produttivo del sito di Medolla – ribadiscono Filctem, Femca e Uiltec –. Non possiamo usare la solidarietà in una logica puramente difensiva, perdendo tempo prezioso».


Verso la mobilitazione

L’obiettivo ora è costringere Vantive a sedersi al tavolo e discutere apertamente del futuro industriale del gruppo.

Le parole chiave della mobilitazione saranno informare, coinvolgere, sollecitare.

E ancora una volta, i sindacati chiamano in causa anche le istituzioni locali e nazionali, perché «il territorio non può rassegnarsi al declino di un’azienda simbolo del biomedicale modenese».

Il rischio, denunciano le organizzazioni sindacali, è quello di un effetto domino sull’intero distretto, «che si troverebbe a fare i conti con un mercato globale sempre più spietato, dove chi non produce utili viene messo rapidamente fuori gioco».


Primo sciopero entro metà novembre

Lo stato di agitazione, approvato dalle assemblee dei lavoratori, è già stato formalmente comunicato all’azienda.

Nei prossimi giorni verranno definite le modalità della prima iniziativa di sciopero, prevista entro la metà di novembre.


Fonte: Gazzetta di Modena